Mindfulness

La Mindfulness clinica e le Neuroscienze nel trattamento Oncologico

“La meditazione mindfulness arriva da lontano, dalla tradizione di chi si è fermato ad ascoltarsi, se ne parlava circa 2500 anni fa, ed è da millenni parte della tradizione meditativa orientale e occidentale, oggi può essere parte di noi se decidiamo di metterci in ascolto del corpo, delle sensazioni, della mente e dei fattori mentali.”

Mindfulness nel trattamento oncologico

L’interesse verso le terapie integrate nasce dalla consapevolezza che le metodologie scientifiche che garantiscono rigorose procedure sempre più basate su prove di efficacia sottolineano l’esigenza di integrare tali approcci al percorso di cura prendendo sempre più in considerazione le componenti innate della natura umana, i comportamenti e gli stati emotivi dell’individuo, l’accettazione dell’esperienza, auto-osservazione non giudicante, la capacità di dirigere l’attenzione verso la sfera emotiva e verso il rapporto di interdipendenza e reciproca influenza tra mente e corpo. La relazione bidirezionale tra i sistemi. Di particolare importanza nelle terapie basate sulla mindfulness è la relazione mente-corpo.” La stretta correlazione tra stati corporei e fattori psicologici sembra essere una degli obiettivi di ricerca in campo psicologico e neuroscientifico.

Mindfulness e Neuroscienze un incontro di network

Negli ultimi 20 anni c’è stato un grande interesse scientifico nei confronti della mindfulness, nel 2020 sono stati pubblicati in giornali scientifici 1153 studi, la scienza è interessata alla Mindfulness lo dimostrano studi randomizzati con controlli attivi per interpretare la sua efficacia che viene misurata anche attraverso tecniche di diagnostica come l’elettroencefalogramma, la Risonanza Magnetica che ci trasmettono informazioni sulla struttura, attivazione e connettività cerebrale, indagare la morfologia del cervello e individuare l’attivazione di alcune aree del cervello durante la meditazione. Possiamo controllare anche la risposta fisiologica del corpo come il ritmo cardiaco, il ritmo respiratorio, la conduttanza cutanea che servono a misurare il sistema nervoso autonomo. Attraverso la diagnostica per immagini è stato possibile rilevare anche una diminuzione dell’attività delle aree della rete di impostazione predefinita “Default mode network” (DMN) che comprende la corteccia prefrontale mediale e l’area del cingolo posteriore. Modificazione della struttura cerebrale misurata tramite RMN ha evidenziato un ispessimento nell’area dell’ippocampo legato alla memoria a breve termine, una maggiore densità dell’insula e una riduzione dell’amigdala.

Da tutto questo dipende la nostra risposta emotiva davanti ad una situazione di “pericolo” quindi anche davanti ad una situazione affettiva… quindi si pone l’attenzione sui meccanismi che indicano i correlati biologici della meditazione che permette attraverso le pratiche di regolare il livello emotivo. 

mindfulness e oncologia

Ma quali sono i meccanismi identificati dalle neuroscienze?

Attraverso la Metanalisi cioè la comparazione di diversi studi effettuati sulla validità della mindfulness e la relazione mente corpo è stato possibile identificare i meccanismi legati alla regolazione dell’attenzione, la regolazione emotiva, e la maggiore consapevolezza del se’ e del corpo.

La regolazione emotiva è l’aspetto centrale del percorso che potremmo fare insieme, in quale modo affrontare le emozioni, come autoregolare le emozioni, molte volte mi sono sentita dire ma no, non ci si riesce…si è vero è molto difficile ma possibile.

Le nostre emozioni sono gestite dalla amigdala (in realtà ne abbiamo due una di destra e una di sinistra, ma poi ne parliamo) e regioni prefrontali. Facciamo un esempio, la nostra amigdala si attiva davanti ad un film Horror, subito invia una informazione di allerta alla parte prefrontale e a tutto il cervello di prepararsi ad un attacco-fuga, ma poi….ci diciamo ma è solo un film! Così la parte prefrontale legata al ragionamento, alla riflessione comunicando con l’amigdala regola la sua attivazione, insomma ogni volta che hai paura si apre un grande discorso tra tutti i “tuoi sistemi”, perché noi abbiamo paura e ci spaventiamo anche quando non è vero…In questi casi la pratica meditativa sull’accettazione può essere di grande aiuto per far fronte alle emozioni. L’accettazione è anche uno dei meccanismi per la risposta al dolore e alla sofferenza.

È così che il percorso tra mindfulness e neuroscienze nell’incastro tra bios-logos -pathos evidenzia l’autoconsapevolezza del sé e del corpo, con l’attivazione del cingolo posteriore del processo autoreferenziale, dalla narrazione si passa all’attenzione oggettiva, alle sensazioni del corpo. Si passa dalla narrazione alla consapevolezza del corpo. 

La regolazione delle emozioni attraverso la pratica meditativa ci permette di accogliere l’emozione e di riconoscerla, di oggettivarla e non sentirla più “minacciose”. Imparando ad accogliere lo spiacevole o il piacevole, non inizia una valutazione o il giudizio dell’emozione ma una esperienza interiore che non passa per il processo cognitivo consapevole. Attraverso la mindfulness si agisce “da dentro” e i processi cognitivi possono diventare più saggi. Le neuroscienze cognitive affettive, la mindfulness, la PNEI, la psicologia, la psico-oncologia, le Terapie Integrate sono la mia chiave di lettura che si avvicina di più al mio desiderio di ascolto delle emozioni che passa attraverso la relazione bidirezionale delle informazioni biologiche, chimiche e neurofisiologiche che caratterizzano il contatto umano delle emozioni. Alcuni studi hanno evidenziato come La pratica mindfulness favorirebbe uno stato quotidiano di maggiore attenzione e ridotta distraibilità attraverso un aumento della rete neurale che sottende alla nostra capacità di prestare attenzione. La maggiore consapevolezza e connessione con le sensazioni corporee potrebbe consentire migliori performance cognitive nei processi decisionali, nella regolazione delle emozioni e nello stato psicologico generale.o.

Gli studi effettuati sulla mindfulness forniscono informazioni sempre più dettagliate sull’efficacia di questa pratica clinica durante il percorso di cura della vita…

Se sei arrivata a questo punto...

Ti stai chiedendo se tutto questo è possibile e se tutto questo può produrre benessere e qualità di vita, se sia possibile che in una lenta corsa verso te stesso/a e l’interconnessione con gli altri puoi trovare il tuo raggio di sole, allora puoi farmi tutte le domande che ti vengono in mente, scrivimi o se preferisci chiamami 3426055596.

Mindfulness Based Eating Awareness Training Program (MB-EAT)

Mangiare Consapevole per scoprire che tipo di fame sento

È una proposta innovativa e completa che nasce dall’integrazione della mindfulness e Minfull- Eating con la psico-educazione. L’MB-EAT permette di esplorare il rapporto con l’alimentazione ed il corpo attraverso la modalità della consapevolezza. Attraverso questo percorso possiamo sviluppare una relazione salutare e gioiosa con il cibo basata sull’ascolto dei segnali interiori del corpo attraverso l’uso dei 5 sensi, sulle emozioni, sui pensieri e sull’utilizzo degli ingredienti essenziali come la compassione e la fiducia nel corpo.

Da tutto questo dipende la nostra risposta emotiva davanti ad una situazione di “pericolo” quindi anche davanti ad una situazione affettiva… quindi si pone l’attenzione sui meccanismi che indicano i correlati biologici della meditazione che permette attraverso le pratiche di regolare il livello emotivo. 

Mindfulness nel trattamento oncologico

Programma MB-eat

Il programma MB-EAT dura 8 settimane con incontri settimanali, un percorso aperto a tutti, dai principianti a persone esperte, qualunque sia la propria esperienza di pratica mindfulness.
Il programma prevede una varietà di pratiche per sviluppare la nostra capacità di autoregolazione con il cibo in base al concetto di consapevolezza.
Esploreremo una serie di pratiche per imparare ad ascoltare la sensazione di fame, come pienezza, sazietà. Inseriremo anche pratiche di compassione e di ascolto delle emozioni per riavvicinarci a noi stessi per ritrovare un equilibrio mente-corpo per ritrovare nel nostro corpo un amorevole equilibrio.
Incontrare o ri-incontrare la saggezza interna che ci aiuta a sapere quanto e cosa magiare in modo naturale, infatti la tendenza è di ignorare i nostri segnali interni e di mangiare in modalità automatica. Spesso, nelle nostre vite estremamente indaffarate non abbiamo molto tempo per noi stessi, per ascoltarci e neanche per scegliere come nutrire il nostro corpo nel modo più adeguato per noi.

Cosa Faremo

Durante il corso si sperimenteranno le pratiche di Mindful-Eating che ti permetteranno di:

  • Mangiare i cibi che ami con consapevolezza usando tutti i sensi.
  • Essere consapevole di ‘come’ e ‘perché’ mangi, e non solo ‘cosa’ mangi
  • Essere consapevole dei segnali corporei che guidano la decisione su quando e quanto mangiare
  • Imparare a gestire meglio le emozioni, lo stress o la noia senza utilizzare il cibo.

Artfulness, Arte e Mindfulness in movimento

Arte e mindfulness per un “percorso curativo attraverso la bellezza”, l’incontro con l’arte, l’empatia degli spazi, la neuro estetica. La mindfulness contempla ogni forma d’arte, dalla pittura alla scultura all’architettura ispira gli uomini a lasciare andare e riconoscere nelle forme le emozioni più profonde che si raccontano attraverso i colori, i soggetti, gli elementi che raccontano momenti di quotidianità nascosta come la lattaia di Vermeer che dalla sua brocca fa sgorgare la vita inarrestabile che passa lentamente attraverso di noi. Artfulness è un’idea che nasce dalla naturale espressione della creatività di donne che vogliono restituire “un esperienza” attraverso forme, colori, idee e quel pizzico di creatività che rende tutto unico. Questo progetto è la storia di relazioni e incontri casuali avvenuti lungo il corridoio del centro di senologia dell’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, il corridoio un angolo di mondo al quale sono molto affezionata dove trascorro le mie giornate di lavoro, si proprio lì nel corridoio per accogliere le donne che si trovano sedute ad attendere il turno della loro visita di controllo, durante questi momenti di attesa ho incontrato tante signore che ricordo tutte come fosse la prima volta, di molte mi ricordo anche come erano vestite. Allora queste signore piano piano sono diventate donne che partecipano agli incontri mindfulness che io tengo in ospedale, poi non erano più pazienti ma persone che avevano da raccontare una storia della quale io mi sono messa in un ascolto consapevole, perché l’ascolto e’ la prima cura…

Poi molte di loro sono diventate delle artiste perché lentamente si sono raccontate, scoperte nella loro arte, nella loro creativa bellezza, nelle opere che rappresentano la voglia di raccontarsi ma da un altro punto di vista. Allora artfulness è diventata l’opportunità di esporre queste meravigliose opere che non sono le opere delle pazienti oncologiche, sono le opere di donne che restituiscono un’esperienza. Artfulness è una mostra itinerante per raccontare a voce alta l’importanza della bellezza che ci circonda, che ci fa stare insieme, che ci porta ad allestire spazi con la fantasia, la manualità, con l’estro di chi sa creare maglioni, gioielli, quadri, acquerelli, foulard e turbanti che fanno parte del percorso di cura come una medicina preziosa e introvabile.

 Artfulness è anche arte, architettura e design un percorso attraverso la bellezza dell’arte che prevede “un percorso curativo alla basilica di San Pietro” dove la bellezza diventa strumento di cura. Visite organizzate alle mostre, ai siti archeologici, ai musei, ai luoghi di interesse artistico dove c’è sempre uno spazio per meditare attraverso la bellezza.